Il successo del Memorial Van Toff 2017
Sicurezza dei luoghi di lavoro: un diritto di tutti, un dovere comune. Sembra facile, detta così. Ma non lo è. E i familiari di chi, come Ruggero, perde la vita per guadagnarsela, sanno bene quanto sia ampio lo scarto tra la teoria e la pratica. Tra la retorica e la concretezza.
Fare memoria dei nostri morti è importante. Significa seminare il desiderio di cambiare. E il Van Toff è un buon terreno per seminare. Per ricordare, soprattutto ai più giovani, che in tema di diritti e di lavoro niente viene prima del diritto di tornare a casa a fine turno o di non morire per una malattia professionale. E’ qui che nasce l’impegno dell’associazione Toffolutti.
Sulla scorta di un’esperienza pressoché ventennale, abbiamo imparato che il sistema delle responsabilità è vasto e non lascia indietro nessuno: istituzioni, politica, sindacati e imprese regolate dalla legge del profitto, del risparmio, dell’impunibilità.
Sarà l’età. Ma questa ventesima edizione del memorial è stata particolarmente emozionante. Mai come stavolta, nelle serate al campo ci è capitato di sognare ad occhi aperti. Di pensare che il Magonello potrebbe ancora chiamarsi così. Che Ruggero potrebbe allenare una squadra formata anche dai suoi figli.
Se sogni ad occhi aperti non ti svegli bruscamente. Sì, quello che vedi è un’altra cosa. E ne sei ben consapevole. Ma è come se il vuoto per un po’ facesse meno male. Riempito dai rumori di fondo, dalle immagini di quei ragazzi che ce la mettono tutta. Come avrebbe fatto lui.
E anche di questo ringraziamo quanti si sono impegnati per la buona riuscita di un torneo che, nella zona, ha raggiunto il primato per la durata e la partecipazione.
Grazie, allora, a Corrado Ottanelli che il Van Toff lo ha inventato. A Uisp che lo gestisce e agli assessori Stefano Ferrini e Paola Pellegrini per la presenza. A chi si è dato da fare per realizzare le iniziative a corollario della parte sportiva: il sindaco, Massimo Giuliani, la cooperativa Fuori Schema, Woodstock Academy. Grazie ad Unicoop Tirreno che ha contribuito alla pubblicazione del pieghevole che ricostruisce la storia del Van Toff. E all’associazione Articolo due che, con l’associazione Ruggero Toffolutti, Toscolito e la pazienza di Edoardo Grandi ha permesso la nascita della squadra Rugge’66 Kalotan formata da giovani richiedenti asilo. E ancora grazie al Tirreno per lo spazio settimanale che ci ha riservato. Grazie a Irene Scrivini che non si è persa una sola presentazione del torneo e soprattutto alle squadre e al pubblico.
Valeria e Roberto Toffolutti
Associazione Ruggero Toffolutti