Reazioni di una regione rimasta 50 anni indietro
“Reazioni di una regione rimasta 50 anni indietro”
Così, Luigi Lucchini aveva commentato lo sdegno diffuso, seguito alla morte di Ruggero Toffolutti, avvenuta alla Magona di Piombino nel marzo del 1998.
La fabbrica, in quei giorni, era ancora sua. Nostri erano, invece, la rabbia e l’amore che cominciammo subito a veicolare nell’associazione che stava prendendo forma col nome di nostro figlio.
Un altro operaio era morto un paio di mesi prima alle Acciaierie. Un altro ancora, sarebbe stato ucciso di lì a poco. Sempre alle Acciaierie piombinesi. Un anno nero, iniziato con la morte di un giovane elettricista alla Coop.
Da allora ne sono morti altri, alla Lucchini di Piombino, di Servola e Brescia. Idrocarburi poliiciclici alle stelle, mesoteliomi e il resto.
Oggi, il cavaliere del lavoro, Luigi Lucchini, se n’è andato. A 94 anni.
Dire che la sua scomparsa ci lascia indifferenti, sarebbe bello. E falso.
Perché, invece, riporta in superficie quelle parole. E troppe altre cose. Anche a carico di soggetti insospettabili.
Non per noi.
No, non proviamo soddisfazione. E per cosa?
Di sicuro, però, non ci uniamo al prevedibile coro di beatificatori che ne elencheranno pregi a iosa. Chissà, magari lo scopriranno anche umano.
Detto questo, non desideriamo che la nostra nota sia commentata con parole offensive nei suoi confronti. Non è questo il contesto. Sappiamo distinguere, noi.
Ci piacerebbe di più che tutti, ciascuno per le proprie competenze, responsabilità, con passione e con tanta onestà intellettuale, si impegnassero davvero per la salute, la sicurezza e la dignità di chi lavora.
Senza ipocrisia, per favore. Abbiamo imparato a fiutarla.